Domenica 26 abbiamo sperimentato via Skype una matrice di Social Dreaming seguita dal dialogo, per una durata complessiva di due ore. Erano presenti una ventina di sognatori. Di seguito i sogni condivisi.
-ho sognato un orchestra, il direttore era una bambina e i musicisti suonavano i loro strumenti ma non c’era alcun suono
-davano un’opera lirica all’aperto in una piazza e i cantanti erano bambini, però i bambini non erano in carne ed ossa, erano statue gigantesche, enormi.
-un sogno ricorrente: una signora diceva che per primi dovevano essere salvati i bambini.
-andavo a mangiare fuori, in un ristorante, con mio fratello, cosa strana perché, noi due soli, avendo lui famiglia, mi sembrava un po’ curioso. Ad un certo punto ordino, lui mi dice che deve andare in bagno; dopo aver ordinato, hanno portato da mangiare e da bere, mio fratello non arrivava, allora mi sono alzata per cercarlo, era come se fossi andata nella parte interna di questo locale e c’era un comandante di polizia che mi dice : <<suo fratello è stato arrestato>>, <<E perché?>> <<Ha commesso un’infrazione e non può più venire>>. <<Ah!>> ho detto, va bene, allora io finisco di pranzare e chiedo che gli avanzi vengano raccolti in un contenitore di vetro e in mezzo a questo contenitore mettono anche i bicchieri di vetro (cosa strana). Mentre lo stavo trasportando, probabilmente inciampo, cade, si rompe uno dei due bicchieri, allora apro per buttare il bicchiere che si era rotto (che, tra l’altro, era un bel bicchiere di cristallo, impegnativo, particolare), e vado per buttarlo nella spazzatura e ci rimango molto male perché i bicchieri erano molto belli. C’era il proprietario che era seduto in un tavolino che mi guardava, ma che io non conoscevo, ad un certo punto ha preso un altro bicchiere e mi ha detto: <<Tenga signora, gliene do un altro>>. Io gli dico: <<Grazie, è molto gentile!>> io lo ringrazio per il gesto, ma mi accorgo che i bicchieri non erano più quelli d prima, ma erano diversi, erano dei bicchieri un po’ più grossolani, comunque re impacchetto e me ne vado.
-spiccavo il volo in alto, ma mi accorgevo che continuavo a perder quota, come se non riuscissi a tenere il volo e quando mi si accorto che mi avvicinavo troppo alla terra il sogno è finito.
-ho sognato un edificio antico, un po’ una riproduzione dell’ospedale dove lavoro e anche li c’erano dei bambini, in una specie di orfanatrofio.
-ho sognato un bambino saccente con un fare da adulto, faceva dei discorsi settari che non mi piacevano e allora io mi sono messa a cantare a squarciagola per non sentirlo. Io ero in una stanza, c’era una donna bella con una camicia bianchissima ed un rossetto rosso molto marcato, era seduta sulla lavatrice e fumava; ad un certo punto è arrivato un mio carissimo amico che per essere cortese con lei le ha portato un dono, le ha regalato degli orecchini molto vistosi, lei non ha gradito, lo ha deriso e poi li ha gettati e in tutto questa c’era mia sorella maggiore mi serviva una pietanza strana, delle patate condite con della marmellata di albicocche io le trovavo disgustose però poi, per non offenderla, per non deluderla, le ho mangiate. Intanto lei mi diceva che dovevo smettere di cercare l’impossibile perché l’impossibile non esiste ed a questo punto emerge questo bambino molto saccente , che parla in maniera molto forbita, fa dei discorsi sull’immigrazione, sulle diversità… ed io per non ascoltarlo mi metto a cantare gridando.
-qualcuno mi chiedeva se avessi letto un libro di Milo de Angelis, non mi ricordavo il titolo. Io rispondo: “beh sicuramente ce l’ho perché ho la raccolta completa” quindi la mattina, nella realtà, sono andata a prendere questo libro. Poi apro Facebook e vedo che un ragazzo mette la copertina di un libro di de Angelis “Tema dell’addio” e dice che una poetessa gli ha consigliato di leggere questo libro bellissimo e insomma, faccio questo collegamento che, secondo me, il libro che mi era stato consigliato nel sonno era “Tema dell’addio”.
-ho sognato che mi trovavo a fare una escursione in una località turistica (ma non troppo), probabilmente in Sicilia, in luoghi dove non sono mai stato. Mi trovavo con G. C. e con altre persone, si parlava e ad un certo punto interviene una persona di spalle, conosciuta, che comincia a cantare, qualcosa di inizialmente indistinto, allora io intervengo, dicendo: << Si può cantare, si possono cantare cose diverse, l’importante è che si possano poi collegare tra di loro>>. Poi andando avanti, G. mi dice: << ma non lo sai che è Pasquale Gennuso (forse o un nome simile)!>>. Io tra me e me dico << Beh non lo conosco>>, però questa persona comincia a cantare, con la voce di Battiato, “Finirà, si finirà..”; a me sembra una cosa molto bella. Guardo davanti a me, e c’è una bellissima casa, che potrebbe essere una casa di campagna, o comunque di periferia dei primi del ‘900, un po’ sovra alzata, non terrazzata, ma un po’ al di sopra rispetto alla strada e, ai piedi di questa casa, ci sono tre alberi secolari, uno mi sembrava un pino, gli altri due non ricordo, però mi aveva colpito tantissimo ed ero contento.
-ho sognato la Sicilia, l’isola di Filicudi, ricordo il mare, la casa sul mare, i pescatori…, e poi due notti fa, ho fatto un sogno, ma non ricordo assolutamente nulla del sogno, mi ricordo solo che mi sono svegliata di botto, soffocando, un risveglio con un senso di mancanza di respiro, mi sembrava quasi di morire.
-(quando Codogno è stata dichiarata zona rossa ho fatto questo sogno): mi trovavo in un ambiente interno, con altre donne, avevamo una divisa rosa tutte, c’era una maglia rosa, sembra indossata ma dentro non c’era nulla, ci sono due guardiani e mi rendo conto che eravamo in un campo di concentramento. Ci danno delle cartelle, come quelle del gioco della tombola, ove vinceva chi doveva dichiarare che aveva due numeri, 11 e 71, alludendo ad una possibile vincita. Ed io mi sento in pericolo e dico: <<speriamo che non escano questi due numeri>>. La donna vicina a me dice di aver i due numeri, io dico:<< sta zitta, non parlare perché questi stanno aspettando il prossimo che sostituisca la maglia che è vuota, dove dentro non c’è nessuno>>. Alla fine io cerco, da un cortile interno, cerco una via d’uscita, dico: <<Ci deve essere un varco per poter uscire da qui senza essere ammazzati>>.
-(poi due giorni dopo faccio un nuovo sogno): c’è un casermone, abbastanza anonimo e nello spazio esterno c’è un uomo molto affascinante che si avvicina, ed io dico a mio marito: << sì, sì, è questo l’ingresso. Entro e appare una persona amichevole, però, nel salire, mi tenevo aderente al muro perché dava sulle scale che non avevano protezione e dall’altra parte davano sul vuoto e mi ricordo tanta gente che andava su e giù vicino a questo vuoto. A un certo punto riusciamo ad entrare nella casa del nostro amico e c’era una riunione di persone, di amici fra loro e cadiamo in un silenzio di tomba, nessuno riesce a parlare. Alla fine io non ne posso più e chiedo se si può bere un thè e allora la stanza si rianima e qualcuno va a preparare il thè e cosi via.. Allora io esco nel corridoio e trovo una mia amica, collega, che spolvera un mobiletto di fattura antica, tipo un mobiletto portagiornali o per appoggiarci qualcosa ed io mi unisco a lei, a spolverare e a pulire con lei questo mobiletto, che era dei suoi genitori.
-ho sognato una folla di persone, tra cui c’ero anche io, camminavamo ai due lati di un canale in città, c’era un grossissimo lunghissimo serpente, che tutti stavano molto attenti a schivare perché si diceva tra la folla che poteva uscire e mordere ed avvelenare più persone. Ricordo questo enorme anaconda che nuotava all’interno di questo canale, ma ricordo il terrore della gente che si distanziava dal canale e gli uni dagli altri proprio per questo timore.
-ero con mio marito in una casa non identificata, era una specie di albergo con tante stanze e, ad un certo punto, mio marito mi ha detto:<< guarda che nella stanza accanto vengono queste due persone>>, che io non conoscevo. Io dicevo: << no no non le voglio, perché devi invitare queste due persone? Non voglio che vengano queste due persone vicine, digli di no altrimenti me ne vado, mi cerco un altro albergo o un’altra stanza>>. Poi cambia la scena: mi ritrovavo in una vecchia casa di famiglia, che abbiamo sul lago Maggiore; in salotto c’era una piccolissima televisione e io dicevo: <<no non stiamo qui, andiamo al piano di sopra, dove c’è una televisione molto più grande e possiamo seguire le ultime notizie>>. Ma nessuno mi voleva seguire lungo questa scala, che mi portava al piano superiore, io tentavo di salire ma facevo una fatica incredibile, come se avessi avuto le gambe che pesavano quintali.
-sogni molto confusi: riprendevo l’università in Francia, perdevo un pullover bianco e c’era un ragazzo di colore che mi aiutava, aprivo il bagagliaio della macchina e vi ci mettevo la spesa e mi aiutava, vivevo in stato angoscia, come se fossi in un film drammatico, poi compare un’amica, siamo a tavola e forse ho cucinato per lei, ma mi sveglio e mi sento in affanno e sento che il cuore ha cominciato a battere molto forte.
-mi trovavo in una vasta biblioteca, improvvisamente si avverte prima il rumore delle pagine, poi le pagine di un libro cominciano a parlare a voce alta, da lì anche altri libri che si aprono e cominciano a parlare in varie lingue e nelle lingue più disparate fino a che c’è una sovrapposizione di voci che diventa insostenibile ed io mi sveglio.
-facevo la consulente di una donna che probabilmente si trovava a dover riaprire un locale commerciale in fase due, lei era molto angosciata per questo, perché doveva seguire tutte le regole per poter riaprire il locale. Io me la tiravo un po’, poi è mi è venuta in mente una formula che ho mutuato da un mio maestro, che consiste nel rappresentare un triangolo in cui alla base ci sono due elementi, colpa e paura e al vertice c’è la parola amore e lui dice che, per un buon equilibrio delle relazioni, la parola colpa e paura devono essere a lettere scritte in minuscolo, mentre la parola amore deve essere scritta in maiuscolo con la A maiuscola. Mentre cercavo disperatamente dei fogli di carta per disegnare questo triangolo non riuscivo a trovarla, l’unica carta che ho trovato è stata della carta igienica, ma è difficile scrivere sulla carta igienica; allora io ho accumulato un sacco di fogli di carta igienica per fare spessore e per disegnare questo triangolo e alla fine, con grande sussiego, ho dato, a questa povera disperata, questo pezzo di carta igienica questo mio meraviglioso triangolo, con questa formula magica.
-ero a casa di un collega di cui non conosco la famiglia, loro erano appena tornati da un viaggio per comperare una casa, casa dove io sono nata ed avevano anche incontrato un mio zio di 90 anni, chiedo dello zio e dicono che sta bene. Poi si sposta il tutto sulla loro casa dove moglie e figlie del collega avevano organizzato una specie di performance. Io individuo una delle loro due figlie, ma non riesco ad individuare l’altra e il collega mi guarda quasi stizzito e mi dice:<< Ma come, una madre non sa riconoscere quale può essere la figlia dei suoi genitori?>>. Allora questa si toglie il turbante e vedo questi capelli ricci, rossi, bellissimi ed individuo che è la loro figlia, poi non capisco cosa succede… è come se stessi per comprare qualcosa in casa loro ma mi accorgo di non avere la carta di credito che avevo lasciato in un’altra borsa.
-(altro sogno): sono con un amico, si ragiona su una sua madre che ha più di 90 anni, se lei dovesse morire lui erediterebbe 7 miliardi.
-ho sognato una parte di terreno delimitato da due pareti di muratura, ortogonali, l’una rispetto all’altra, confinavano con una parte di terreno, di terra, non c’era nulla solo questa parte di terreno limitata e, oltre a questo null’altro, sembrava di vedere l’infinito.
-un sentiero di collina, di montagna, come se corresse lungo i bordi di colline e montagne, si poteva camminare ed era bello, al di là sembrava si potesse vedere il cielo, delle belle nuvole, delle cose molto belle ed anche il sentiero era bello, ci permetteva di camminare e camminare…ma non c’era modo di andare dall’altre parte.
-ho sognato di essere su un aereo che faceva un po’ come fanno le metropolitane, che fanno le fermate; io che non amo volare pensavo che l’ansia si sarebbe protratta oltre, ad ogni fermata, in attesa del decollo.
-andavo a fare lezione a tre persone, padre e due figlie. Però mi sono dimenticata di mettere la mascherina, poi mi ricordo che non riuscivo a ricordare le parole in inglese, quindi parlavo in americano ma non in inglese. Poi tornavo a casa dopo la lezione a piedi, ho visto più o meno il centro di Milano, la zona dell’Università Statale, mi si è avvicinata una signora, ma io l’ho allontanata dicendo che non avevo la mascherina e non potevo parlare. Poi è comparso un mio amico, un signore anziano che mi diceva che non si sarebbe più fatto un corso di bioenergetica, che normalmente seguo con lui che è un volontario, a me piace molto questo corso e non lo si sarebbe fatto per tutto l’anno. Io sono rimasta malissimo e ho pensato che non era solo la sofferenza per il corso, ma una sofferenza più grande, mi sono chiesta: <<che fine farà l’Italia?>> e poi mi sembra di essere andata ad una lezione di tedesco, di aver partecipato io ad una lezione di tedesco, mi sembra fosse tedesco, non ne sono sicura che fosse tedesco.
-ho sognato una signora, in una grande piazza, con una borsa piena di mascherine che distribuiva e queste una volta ricevute diventavano armi.
(ringrazio Gabriele Giorgetti per la trascrizione dei sogni)
1 commento
Elio Vera · maggio 3, 2020 alle 7:08 am
Grazie Giancarlo, ci hai fatto un bel regalo tanto più gradito quanto inatteso. Rileggendoli mi sono reso conto di quanto mi era sfuggito durante la matrice. A fra poco. Elio